![](https://static.wixstatic.com/media/11062b_2042bb7351284f0f982e4787d37415e6f000.jpg/v1/fill/w_288,h_162,al_c,q_80,usm_0.66_1.00_0.01,blur_2,enc_auto/11062b_2042bb7351284f0f982e4787d37415e6f000.jpg)
![](https://static.wixstatic.com/media/bb6f9e_390c5da55de94b3294e81c3a1fbf01b9~mv2.jpg/v1/fill/w_190,h_140,al_c,q_80,usm_0.66_1.00_0.01,blur_2,enc_auto/bb6f9e_390c5da55de94b3294e81c3a1fbf01b9~mv2.jpg)
Siamo dove i nostri treni ci dicono di andare.
Siamo il frutto di incroci in stazioni di passaggio, o il risultato di un tragitto verso le nostre destinazioni finali.
In ogni caso, quali che siano le nostre strade, noi siamo i figli di un viaggio.
​
​
Ogni viaggio, come ogni posto, è pure un vestito colorato che ti si cuce addosso.
Quello d'ocra è il mio preferito, perché è anche il colore della terra che mi ha accolto sin da bambino. Quello delle pietre riarse e dei campi assetati del mio Salento.
C'è un vestito per ogni posto.
Pensaci, in Norvegia non indosseresti una camicia verde come i fiordi in primavera? Fossi in Iran probabilmente t'allacceresti quello scialle color zafferano trovato tra i polverosi bazar persiani, proprio come in Polinesia avrei voluto sistemarmi sul capo un cappello dagli stessi riflessi violacei che ho percepito ammirando il Pacifico.
​
Quante volte hai sentito di poterti "vestire" di ciò che vedevi?
​
E allora, benvenuto nel mio Atelier!
Mi vesto la pelle d'ocra...
Scopri chi sono
Leggi le mie esperienze di viaggi nel mio blog dedicato
Scopri di più sulla mia attività di scrittore